CHE TE NE PARE?
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BMW Group ha iniziato infatti ben presto a preparare il terreno per il futuro. La sostenibilità e il risparmio delle risorse sono sempre stati due punti cardine dell’azienda, dalla catena di approvvigionamento, alla produzione fino alla fase finale di utilizzo dei prodotti. Questa politica aziendale trova chiara espressione nella BMW i Vision Circular, presentata all’IAA Mobility 2021. Si tratta di un prototipo assolutamente innovativo, realizzato secondo i principi dell’economia circolare (➜ Leggete anche: Economia circolare). Con BMW i Vision Circular, l’obiettivo di raggiungere entro il 2050 un modello di business totalmente a impatto zero sembra finalmente realizzabile. Nonostante la sostenibilità sia un argomento che attualmente è sulla bocca di tutti, non è una novità per BMW Group, che se ne occupa già da anni. BMW aveva infatti iniziato già negli anni ‘70 a considerare la sostenibilità una componente cruciale della propria strategia aziendale.
In occasione delle Olimpiadi di Monaco del 1972, BMW modificò una BMW 1602, convertendola in un veicolo elettrico (➜ Leggete anche: La caccia al tesoro di un fan di auto d’epoca) da utilizzare per accompagnare i corridori su lunghe distanze e i maratoneti. L’anno dopo, BMW fu il primo produttore di auto al mondo ad avvalersi di un responsabile ambiente incaricato di gettare le basi per la futura tutela ambientale.
Da allora, l’azienda ha continuato a sviluppare e ad applicare nella prassi le sue strategie e misure di sostenibilità. Sono state introdotte nuove tecnologie per la riduzione delle emissioni, come ad esempio i catalizzatori o le tecnologie di verniciatura ad acqua, e sono stati sviluppati concetti per il riciclaggio dei materiali. Nel 1993, i principi fondamentali di gestione BMW sono stati ampliati con l’introduzione di linee guida ambientali vincolanti per tutti i dipendenti. Da allora, inoltre, vengono redatti dei manuali per lo smontaggio economico-ecologico dei veicoli e la rivalutazione dei singoli modelli BMW.
Nel 2000, la sostenibilità diventa ancora più cruciale per l’azienda: nel Sustainability Value Report, introdotto nel 2001/2002, vengono infatti presentate tutte le misure da applicare in futuro, suddivise in quattro settori chiave:
- Collegamento in rete intelligente di diversi mezzi di trasporto, per ridurre le spese di trasporto e utilizzare gli spazi in modo ottimale.
- Continua riduzione del consumo delle flotte, per risparmiare risorse e ridurre le emissioni.
- Sviluppo di concetti di propulsione alternativi, per una sostenibilità a lungo termine della qualità di vita e un uso economico della mobilità individuale.
- Concetti di produzione ottimizzati dal punto di vista del riciclaggio e ritiro/rivalutazione di veicoli vecchi, per risparmiare risorse e ridurre i rifiuti.
BMW Group si assume, in tutto il mondo, la sua parte di responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle condizioni sociali dei dipendenti e della società.
Presidente del Consiglio di amministrazione di BMW dal 1999 al 2002
Già a quell’epoca BMW Group aveva iniziato a studiare dei concetti di propulsione alternativi. Le ricerche non si limitarono solo alla propulsione elettrica, ma si concentrarono molto anche su quella a idrogeno (➜ Leggete anche: Afuto a idrogeno: tutto quello che c’è da sapere). Nel 1979 venne presentata la prima BMW con un motore di questo tipo. Durante una prova eseguita nel 2000, quindici BMW 750hL a idrogeno riuscirono a percorrere senza difficoltà oltre 100.000 chilometri. Fu un periodo di notevole attività, anche al di fuori del core business dell’azienda: nel 2001, BMW Group sottoscrisse la dichiarazione ambientale “Cleaner Production”, nel 2002 finanziò una cattedra universitaria in sostenibilità in Sudafrica, mentre nel 2002 e 2004 organizzò dei forum dal titolo “Sustainability – It can be done”.
Dal 2007, BMW ha percorso, con una piccola serie di cento veicoli a idrogeno, quasi quattro milioni di chilometri. Per un uso su ampia scala manca però ancora l’infrastruttura. Per questo motivo, BMW Group ha preso parte a importanti iniziative per la costruzione di un’infrastruttura per veicoli a idrogeno come H2 Mobilty e CEP, in Germania, ed è membro attivo del Fuel Cell Hydrogen Joint Undertaking della UE. BMW Group collabora inoltre con TOTAL Deutschland e Linde Group per lo studio di nuove tecnologie di rifornimento.
Nel corso degli anni, i motori elettrici hanno assunto un’importanza sempre maggiore. Poiché all’epoca le batterie non erano ancora così potenti come oggi, i motori elettrici venivano di norma abbinati a motori a combustione. Nel 2009 BMW presentò i primi veicoli ibridi (➜ Leggete anche: Il motore BMW declinato in 12 versioni eccezionali). All’IAA 2009 di Francoforte vennero presentate per la prima volta la berlina di lusso BMW ActiveHybrid 7 e la SAC BMW ActiveHybrid X6. La tecnologia ibrida BMW ActiveHybrid di cui erano dotate permetteva di aumentare notevolmente l’efficienza, sia nel traffico cittadino che extraurbano. In confronto con i motori a combustione tradizionali, era possibile registrare degli incrementi di efficienza del 20 per cento.
Con il “project i” (➜ Leggete anche: 10 anni di BMW i) inizia lo sviluppo di concetti di propulsione completamente nuovi, che si prefiggono come obiettivo non solo la riduzione delle emissioni, ma anche un minore impatto ambientale dell’automobile lungo l’intera catena del valore. L’anno seguente, con il prototipo BMW Vision EfficientDynamics, lo sguardo si rivolge per la prima volta al futuro di BMW.
All’inizio del 2011 viene presentato un “Megacity Vehicle” di BMW i come Concept Car. Con quest’auto elettrica, BMW Group presenta all’IAA un concetto completamente nuovo: materiali super leggeri come alluminio e polimero rinforzato in fibra di carbonio (➜ Leggete anche: Alta tecnologia grazie alle auto in carbonio) uniti a un design futuristico, moderne tecnologie digitali e un nuovo processo di produzione a emissioni di CO2 ridotte al minimo, con il 100 per cento di elettricità verde. Dalla Concept Car si sviluppa e nasce, due anni dopo, la BMW i3, un’auto elettrica a risparmio energetico per il traffico cittadino.
La serie BMW i è stata successivamente ampliata nel 2014 con l’avvento della BMW i8 Coupé (➜ Leggete anche: BMW i8: pioniera, icona e classico del futuro) e nel 2018 con la Roadster. A differenza del motore esclusivamente elettrico della BMW i3, la BMW i8 si basava sul prototipo BMW Vision EfficientDynamics ed era dotata di una propulsione plug-in ibrida (PHEV). Ciò consentiva di aumentare sensibilmente l’autonomia e le prestazioni di guida, riuscendo inoltre a portare il consumo ai livelli di un’utilitaria. E tutto questo raggiungendo comunque una velocità di 120 km/h nella modalità elettrica. La BMW i8 ha ispirato tutte le BMW PHEV successive.
BMW i è uno dei maggiori portatori di innovazione in BMW Group. Questo sotto marchio coniuga nuove tecnologie e nuovi approcci alla mobilità con le caratteristiche del segmento Premium. Oltre alla visione di una sostenibilità completa, il nuovo concetto si fonda su altri due principi fondamentali, che sono l’elettromobilità e la digitalizzazione. Innovazioni che BMW i estende poi a tutto il BMW Group, e che si possono ammirare tutte insieme nella nuova BMW iX. Ma questi sono solo alcuni degli sviluppi di BMW Group. Il gruppo è infatti anche tra i fondatori di Ionity, che gestisce una rete di stazioni di ricarica per auto elettriche lungo le autostrade. Anche BMW Charging è un progetto innovativo, come anche la realizzazione di un’infrastruttura di ricarica su aree di proprietà di BMW Group.
BMW i non si è fatta mancare neanche la propulsione a pile di combustibile: nel 2019 BMW Group ha dimostrato, con la BMW i Hydrogen NEXT, di aver compiuto notevoli passi avanti anche nell’uso delle tecnologie a idrogeno. Due anni dopo, all’IAA 2021, è stato possibile guidare per la prima volta la BMW iX5 Hydrogen. BMW Group punta quindi su una combinazione di pile di combustibile e batterie ad alte prestazioni per sfruttare i vantaggi di entrambe le tecnologie e garantire prestazioni ancora migliori. Dal 2022 la vettura dovrebbe essere prodotta in piccole serie a scopri dimostrativi e di prova.
Già molto prima della pubblicazione del primo Sustainability Value Report, BMW Group si è impegnata per garantire il riciclaggio dei materiali e uno smontaggio dei veicoli quanto più ecologico possibile. Nel 1990 venne attivato il primo impianto pilota di smontaggio di veicoli nello stabilimento di Landshut. Nel 1992 venne presentata la prima norma interna all’azienda sul “Design dei veicoli ottimizzato per il riciclaggio”, mentre nel 1993 vennero pubblicati i primi manuali di smontaggio ecologico per aziende di riciclaggio di veicoli. Nel primo Sustainability Value Report, BMW fece un ulteriore passo avanti.
Per ridurre le emissioni di CO2, BMW Group intervenne su tutti i fattori della produzione, dai fornitori, alla produzione stessa, fino alla fase di smontaggio. Ispirandosi al principio “Design for Recycling” (➜ Leggete anche: The future is circular), la riutilizzazione dei materiali viene considerata già nella fase di sviluppo. I veicoli prodotti sono quindi totalmente riciclabili. I rivestimenti dell’abitacolo, ad esempio, e l’isolamento acustico vengono pertanto prodotti utilizzando materiali riciclati e rinnovabili. Per ridurre al minimo le emissioni in fase di produzione, vengono coinvolti anche i fornitori.
Integrando l’argomento sostenibilità nel nostro rapporto annuale, diamo un chiaro segnale di come, nella nostra azienda, il modello di business sia inscindibile dalla sostenibilità.
Presidente del Consiglio di amministrazione di BMW Group
Oltre ai numerosi riconoscimenti del DOW Jones Sustainability Index, BMW Group è stato insignito di vari premi, per la sua strategia di sostenibilità e per la trasparenza verso il pubblico, come il Carbon Disclosure Project, Sam Sustainability Awards e Sustainalytics. Per dare ancora maggiore risalto pubblico al proprio impegno in materia di sostenibilità ed ecologia, nel 2020 BMW ha introdotto un’altra importante novità: il Sustainability Value Report è stato integrato nella relazione annuale. Un altro segnale chiaro: la sostenibilità e la tutela delle risorse sono al centro della strategia aziendale. Nuove idee rivoluzionarie non si sono quindi fatte attendere: con BMW i Vision Circular (➜ Leggete anche: Un’auto per il 2040), BMW Group ha presentato all’IAA di Monaco un altro concetto completamente rivoluzionario.
I nostri livelli di emissioni di CO2 per veicolo prodotto sono notevolmente al di sotto di quelli dell’industria automobilistica tedesca.
Presidente del Consiglio di amministrazione di BMW Group
Con la sua attuale strategia, BMW Group si è prefissata obiettivi alquanto ambiziosi, che desidera ottimizzare ulteriormente con l’introduzione della Neue Klasse. Entro il 2030, BMW Group dimezzerà le emissioni di CO2 per veicolo durante la fase di utilizzo; inoltre ha pianificato di raggiungere una quota di materiali secondari del 50 per cento e di avviare altre collaborazioni per il riciclaggio della plastica. Un ruolo decisivo in tal senso spetta all’economia circolare. Ma BMW non si limita a questo. Dall’inizio del 2021, BMW Group utilizza alluminio prodotto con energia solare. Poiché la produzione di alluminio è piuttosto dispendiosa in termini energetici, l’impiego di elettricità verde comporta una notevole riduzione delle emissioni di CO2. L’uso di energia verde è un fattore molto importante per il raggiungimento dell’obiettivo dell’azienda di ridurre del 20 per cento, entro il 2030, le emissioni di CO2 nella rete di fornitori.
Un altro passo avanti in tal senso è l’uso di tungsteno riciclato per gli utensili. Questo metallo presenta dei vantaggi molto importanti per la produzione: è molto duro e molto più resistente al calore rispetto al ferro. Grazie a un ciclo dei materiali chiuso, BMW Group è riuscito a ridurre il fabbisogno di tungsteno di 7 tonnellate l’anno, riducendo il consumo energetico del 70 per cento e la carbon footprint del 60 per cento rispetto all’uso di tungsteno primario. Per quanto riguarda il caucciù naturale, BMW Group ha avviato con Pirelli e Birdlife International un progetto triennale volto a favorire la produzione sostenibile di caucciù, tutelando al contempo la biodiversità della foresta tropicale.
Poiché le quantità di materie prime esistenti al mondo non sono infinite, le misure sopra descritte sono più necessarie e urgenti che mai. BMW Group lavora quindi alacremente per convertire la produzione in processi produttivi che tendano a produrre una quantità di rifiuti pari a zero. Già nel 2020 si è riusciti a ridurre le emissioni di CO2 per veicolo prodotto del 78 per cento rispetto al 2006. Attualmente i veicoli BMW sono riciclabili per il 95 per cento, anche le batterie ad alta tensione sono riutilizzabili al 90 per cento. Ma gli obiettivi di BMW Group sono molto più ambiziosi: verranno utilizzate nuove materie prime solo in mancanza di alternative. BMW i Vision Circular offre quindi uno sguardo su come potrebbe apparire un’auto prodotta completamente secondo l’economia circolare. Il prototipo è realizzato al 100 per cento con materiali riciclati ed è riciclabile al 100 per cento. Il veicolo incarna quindi perfettamente l’obiettivo di BMW Group di diventare il produttore automobilistico più sostenibile del mondo.
Autore: Ben Seegatz; Foto: BMW; Video: BMW; Collage: Carolin Wabra